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10 luglio 2012

APRO-1: Come la FENICE, la scuola rinasce

Se era un malato in prognosi riservata, ora si può dire sia in convalescenza. Con sospettabile imminenza di guarigione, a giudicare dal modo in cui è stata descritta nei giorni scorsi dal team dirigenziale. Proprio come la fenice, che non contempla le proprie ceneri (gli errori o i traumi del passato) ma le utilizza come materiale per risorgere, così si muove l’istituto di via Castelgherlone. Il presidente di Apro formazione, Olindo Cervella, non nasconde l’euforia per aver “riassestato” i conti della scuola, negli ultimi anni malconcia da gestioni avventate e provvedimenti imprudenti. Oggi i sintomi peggiori sembrano scomparsi, almeno stando alla fotografia dipinta durante l’incontro del 5 luglio.

Ha spiegato Cervella: «L’esposizione bancaria, che lo scorso anno ammontava a circa 4 milioni di euro si è ridotta a 800 mila euro. Dalle banche subivamo intimazioni od operazioni di chiusura forzata dei conti. Oggi Apro ha riacquistato il diritto di discutere le condizioni con gli istituti di credito invece di “subirle”».

Le novità positive non finiscono qui: dopo quattro anni di passivo, il bilancio 2012 chiuderà il 31 agosto in pareggio: anzi, con un leggero avanzo. La base di partenza era disastrosa: le perdite accumulate ammontavano a circa 950 mila euro, un buco che aveva obbligato il Consiglio di amministrazione a richiedere ai soci un’immissione di liquidità finalizzata all’aumento del capitale sociale. Operazione andata a buon fine, con l’ingresso di sette nuovi soci, la costituzione di un’associazione di dipendenti (vedi l’intervista di questa pagina) e l’incremento delle quote partecipative da parte delle realtà industriali di maggior peso, come Ferrero (che ha oggi in mano il 6,93 per cento delle quote), Miroglio (2,72 per cento) e Banca d’Alba (11,98 per cento). Resta il nodo dei finanziamenti pubblici in forte contrazione. Come ha rilevato Cervella, «per far fronte alle esigenze della scuola in futuro dovremo escogitare nuove strategie. Le incognite non mancano, i problemi da risolvere sono ancora numerosi: ma siamo sulla giusta rotta».

Per quanto riguarda Apro servizi – società controllata da Apro e che si occupa del ramo ristorazione –, l’amministratore unico Ted Pascale ha spiegato: «Con 7 dipendenti e perdite ingenti, Apro servizi richiedeva una totale revisione strutturale. Oggi è rimasto un solo dipendente ed è stato abolito il servizio di erogazione dei pasti per esterni, mentre quello per i dipendenti continua a operare. I tre addetti che sono stati licenziati (gli altri hanno dato le dimissioni) sono stati ricollocati sul mercato del lavoro: oggi hanno un contratto a tempo indeterminato».

Insomma, Apro può tirare un sospiro di sollievo. Come ha concluso Antonio Bosio, direttore dell’istituto, «anche il clima interno è migliorato rispetto all’anno scorso, periodo in cui i malumori erano percepibili e giustificabili. I dipendenti danno prova di grande attaccamento e di forte fiducia nell’avvenire».
Uno slancio costruttivo spiegabile anche con i numeri. Sono 5 mila le persone che seguono i corsi a vario titolo: 580 gli apprendisti in formazione ad Apro, 277 i disoccupati in formazione, 626 gli studenti (la maggior parte dei quali trova collocazione sul territorio, una volta terminati gli studi), 2.314 gli adulti occupati che seguono corsi di formazione aziendale. Significa che un albese su sei interagisce con una realtà che risponde al nome ideale di fabbrica di talento, lavoro e progettualità.

Matteo Viberti