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28 agosto 2012

Cervella: Apro oltre il guado

Nel mare magnum della disillusione, vinti dalla spirale della congiuntura, dalle vacanze mancate, dai guasti eterni dei vizi nostrani applicati a politica e società appare come una meteora la notizia che Apro formazione, l’Agenzia professionale che tante vicissitudini ha patito, si accinge a chiudere il bilancio con un piccolo utile, la prima volta da talmente tanti anni che nemmeno il presidente del Consiglio di amministrazione Olindo Cervella (foto) sa più contare con precisione. E si va oltre. Mentre pare certo che anche Apro servizi non segnerà rosso a fine 2012, un nutrito gruppo di soci ha già deciso di rimpinguare il capitale sociale e un altro consistente numero di aziende ha fatto il suo ingresso per la prima volta nella compagine. Così Cervella, che in altri tempi - si era sul finire del secolo scorso - fu autore del “salvataggio” della casa di riposo Ottolenghi, in quel frangente in pessime acque, può affermare, sebbene lui ci vada cauto, di essere sulla buona strada anche per via Castelgherlone.

Vede la luce in fondo al tunnel, Presidente?
«Apro formazione, su un bilancio da circa sei milioni di euro, registrerà a fine mese per la prima volta da anni un piccolo utile. Ci si sta orientando in tal senso pure per Apro servizi. Non vuol dire che abbiamo risolto tutti i problemi. Le incognite non mancano. Abbiamo cause di lavoro in corso, tentativi di arbitrato con il Comune di Barolo e con la Marchesi di Barolo, possibili incognite dal palazzo di giustizia. Ma siamo abbastanza ottimisti».

Siete riusciti ad attirare nuovi soci?
«Tengo a sottolineare la presenza di Alfa, l’associazione dei dipendenti (44 su 79), che ha acquisito una piccola ma significativa partecipazione; inoltre, sono entrati nella compagine societaria: Banca delle Alpi marittime, Calcestruzzi Stroppiana, Alba soff di Revello&C, Mollo fratelli, Tecnomatic e Albaufficio.
Hanno invece aderito all’aumento di capitale: il Comune di Alba, Sia (gruppo Egea), Aca, Banca d’Alba, Unione industriale di Cuneo, Ferrero, Miroglio, consorzio turistico Langhe, Monferrato e Roero, Nuova Cesare Delpiano, Sistemi tre, Associazione artigiani di Cuneo, Davide Campari (Barbero 1891), Cooperativa dei Lavoratori, Mondo, Coldiretti Cuneo

Come va con il Comune di Barolo?
«L’Amministrazione recla-ma 50 mila euro di affitto per i locali della mai avviata Scuola di alta cucina, Apro esige 500 mila euro per i lavori eseguiti sul castello e non sfruttati in seguito allo sfratto. Due tentativi di conciliazione sono per ora andati a vuoto. Il Consiglio di amministrazione si muove sul crinale, con molta cautela, per tutelare i soci, nel rispetto delle esigenze della scuola».

Altri problemi in tribunale, diceva?
«Il rischio è che il falso in bilancio, prescritto per gli ex amministratori di Apro, ora possa ricadere sulle spalle dell’istituto. Siamo comunque determinati ad andare avanti, nella fiduciosa attesa che la giustizia faccia il suo corso».

Avete un importante appuntamento in cantiere nei prossimi giorni, mi pare, Presidente?
«Il 21 settembre intitoleremo a monsignor Giovanni Battista Gianolio la scuola, inaugurando i lavori (messa in sicurezza dei soffitti e tinteggiatura dei locali) per il cui finanziamento ringraziamo la fondazione Crc e la Regione Piemonte. Nell’atrio saranno disposte alcune gigantografie delle attività e del fondatore, a testimonianza che Apro, a due anni dalla morte di mons. Gianolio, vive nel rispetto degli intenti per cui è nata, nei quali riconosce la finalità della propria azione, pur sviluppati in chiave moderna».

Immagino che il pubblico, in questa difficile congiuntura, non vi aiuterà più di tanto.
«Le difficoltà non mancano e i finanziamenti sono stati drasticamente ridotti per la formazione. Ma abbiamo recuperato fiducia nella scuola e crediamo di poter camminare».

Come avete fatto?
«Siamo anche stati fortunati, va sottolineato. Peraltro, il personale ha compreso la necessità di fare un grande sforzo; abbiamo, inoltre, applicato le regole del buon senso per cui a sacrosanti diritti corrispondono altrettanti doveri, consolidando l’etica aziendale».

Una ricetta che si sentirebbe di consigliare al Paese?
«Sono un grande “tifoso” di Mario Monti. Non si può spendere più di quanto si produca. Chi amministra deve fare i conti e decidere se essere buono o giusto. Anche Apro, ad esempio, ha dovuto fare i conti con l’efficienza e licenziare. Gli addetti sono passati da 92 a 79 con un solo contenzioso in corso. In Italia qualcosa si sta muovendo e credo – da inguaribile ottimista quale sono – che il peggio sia alle nostre spalle».

Maria Grazia Olivero