IMPEGNO PER ALBA

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1 marzo 2010

Comitati di quartiere, si va verso nuove regole

A due anni dal varo da rivedere confini, ampiezza e meccanismi elettivi

ALBA
– Il 17 maggio 2008 il Consiglio comunale aveva riconosciuto la necessità di riconoscere e valorizzare i comitati di quartiere approvandone il regolamento attuativo. Per trasformare in realtà lo spirito dell’articolo 54 dello statuto del Comune c’erano voluti due anni e un percorso così accidentato da essere aggettivato dai cronisti e dai politici stessi come “grottesco” e “kafkiano”.

Il regolamento approvato allora sarà ben presto modificato per aggiornare il testo a una realtà cittadina che nel frattempo è molto cambiata. Prima di tutto per il fatto che i comitati sono quasi raddoppiati di numero salendo da 6 a 11e poi perché un biennio di vita pratica avrebbe dimostrato che è ora di rimettere mano alla prima versione dello statuto. Dai fatti, valutati dalla commissione consiliare competente, emerge l’urgenza di una rivalutazione dei confini, dell’ampiezza, dei meccanismi elettivi e degli oneri e onori che spettano ai diversi quartieri in rapporto all’Amministrazione cittadina.
«Ci accingiamo a un lavoro complesso – ha spiegato il consigliere Luca Magliano (Impegno per Alba), presidente di Commissione – e delicato che avrà lo scopo di valorizzare al meglio ciò che i quartieri rappresentano: un momento di democrazia diretta da mettere a disposizione della città per facilitare l’incontro tra priorità e capacità di risposta da parte dell’Amministrazione».

La commissione procederà nelle prossime settimane con la convocazione dei presidenti dei vari comitati per verificare lo stato dell’arte della situazione. Sulla base delle prime indicazioni il primo impegno sarà quello di migliorare la rappresentatività dei quartieri adeguandone le dimensioni e i confini. Poi si dovrebbe estendere a 4 anni la validità delle cariche elettive in modo che sia impossibile utilizzare il consiglio di quartiere come “rampa di lancio” in sede di elezioni amministrative. Un rigoroso spontaneismo dovrà continuare ad essere il connettivo delle attività di quartiere tenendo ben divisi il ruolo di collegamento svolto dai quartieri dalla responsabilità dell’esecutivo che non può ammettere alcuna deroga. I quartieri avranno dunque ruolo istituzionale nel senso di “accorciare” la filiera tra cittadini e il Palazzo, potranno e dovranno essere consultati sui maggiori temi amministrativi, ma il loro sarà un apporto unicamente consultivo.

«E’ necessario – ha concluso Magliano – che i consigli di quartiere non finiscano per diventare organi autoreferenziali. Il loro interlocutore è l’Amministrazione, il loro ruolo quello di raccogliere e trasferire le indicazioni che potrebbero sfuggire a chi ha una visione d’insieme delle questioni cittadine e non un panorama puntuale come chi vive quotidianamente la realtà del luogo dove vive».

(B. M.)