IMPEGNO PER ALBA

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4 marzo 2013

SCUOLA CALCIO "I tanti perché di questa proposta" - Parla l'assessore Olindo Cervella

Egregio Direttore,

prendo volentieri spunto dalla lettera pubblicata sul “Corriere” nel numero del 18 febbraio, dal titolo “Alba Football School: sicuri che quel progetto sia l’ideale per i nostri ragazzi?”, per ribadire alcuni concetti fondamentali inerenti il progetto di Scuola Calcio (il nome “Alba Football School” è già stato cassato dai potenziali diretti interessati), che l’Amministrazione albese sta proponendo in queste settimane alle 10 società sportive calcistiche presenti sul territorio comunale albese.
Il progetto, in quanto tale, può sicuramente essere perfezionato ed è quello che si sta cercando di fare, ascoltando il più possibile le diverse istanze presentate dalle varie società sportive, ma contingentando ovviamente i tempi per poter passare, il prima possibile, dalle parole ai fatti.
Questo progetto è una grossa opportunità che si fornisce sia alle società sportive esistenti, sia soprattutto ai ragazzi: il coinvolgimento in fase preparatoria di professionisti del settore esterni (il cui costo provvisorio, come già ribadito più volte ma evidentemente non comunicatovi a dovere, non è a carico del Comune di Alba) è garanzia di qualità e trasparenza, evitando tutti quei possibili conflitti anche d’interesse che non solo nel recente passato hanno creato problematiche non indifferenti nella gestione dell’attività calcistica albese. Nessuna società sarà obbligata ad aderire, non ci sarà nessuna “legge comunale” che costringerà nessuno, ripeto, si tratta di un’opportunità offerta dal Comune.

Il motivo per cui il Comune propone un progetto del genere è quello di offrire un’organizzazione di qualità, con maggiori benefici per la crescita sportiva del ragazzo e minori costi per le società e soprattutto per i genitori: i tempi dei contributi a pioggia non solo non esistono più ma, osservando realtà non troppo distanti da Alba, riteniamo che non ritorneranno più; ciò significa che in un futuro non troppo lontano alcune società potrebbero rischiare di sparire o dover chiedere ai propri tesserati quote associative sensibilmente maggiori rispetto a quelle attuali.

Le città di Torino, Parma e Alessandria, tanto per citare i primi tre esempi più vicini a noi, sono già arrivate a questo punto imponendo, loro sì, una robusta cura dimagrante ai contributi sportivi, che hanno costretto le società a chiudere, a cercarsi sponsor significativi o chiedere ai propri affiliati esborsi molto esosi.

Il Comune di Alba, essendo un ente amministrativo, ha il dovere di pensare soluzioni che anticipino possibili disagi, come potrebbe essere la mancata possibilità di continuare a finanziare in egual misura l’attività sportiva di tutte le società calcistiche albesi, comprese quelle oratoriali ovviamente, che però esercitano la loro attività su campi non di proprietà del Comune.
In quest’ottica generale s’inserisce la modalità principale d’esecuzione del progetto, cioè quella di concentrare le varie categorie e annate in luoghi specifici: in questo modo si razionalizzerebbero gli impianti sportivi di proprietà del Comune, ci sarebbe una direttiva condivisa nella formazione degli allenatori, dirigenti e accompagnatori, ci sarebbe da parte del bambino/ragazzo la possibilità di conoscere più coetanei e la certezza di poter dare a tutti gli atleti le stesse opportunità, tutte esercitabili in un raggio di appena 3-4 km (distanza entro la quale sono concentrati gli impianti sportivi di proprietà del Comune).

Questo progetto non può e non vuole assolutamente prescindere dal vero e proprio carburante delle società sportive albesi, cioè il volontariato, che si auspica sia sensibile ai tempi che cambiano, alle mutate situazioni economiche degli enti pubblici, alle necessità di usufruire se si può di formatori preparati sulle attività psicomotorie dei ragazzi, che rappresentano il vero terminale del progetto.

E’ normale che ogni proposta di cambiamento generi, soprattutto in fase progettuale, perplessità, critiche e incertezze ed è per questo necessario che il coinvolgimento delle varie società con i rispettivi volontari sia, proprio in questa fase, massimo per poter garantire la proposta migliore che, ripetiamo, si tratta di una proposta e in quanto tale può essere accettata o meno, ben sapendo che ogni scelta che verrà fatta da ogni singola società e da ogni singolo consiglio direttivo, a cui afferiscono le famiglie e i ragazzi, avrà inevitabilmente delle conseguenze future, sia nell’una che nell’altra direzione.

Il Corriere